OneShot: Please don't stop the Rain.

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    TITOLO: Please don't Stop the Rain.
    RATING: Giallo.
    NOTE: Non uccidetemi,sfocio nel drammatico come sempre,lo so xD Chiedo perdono,umilmente u.ù Ma mi riesce naturale,cosa posso farci? >.<
    Beh,ancora una volta il protagonista è Julian Morris,mi è entrato nel cuore <3
    Buona lettura.


    ------------------------


    Il vuoto sotto di me,i diversi metri sembravano aleggiare come fumo.
    Ero davvero decisa?
    Si,non aveva senso vivere ancora.
    Le mie mani sudavano a contatto con l'asta orizzontale in metallo,a cui mi stavo tenendo aggrappata da diversi minuti ormai.
    Avevo fatto tutta quella strada per raggiungere l'ospedale,con un mazzo di rose profumate,bianche,pure.
    Ma non appena avevo varcato la soglia della camera con il cartellino "Degenza 8",il letto che aveva ospitato mio fratello da diversi giorni...era vuoto.
    I fiori mi erano caduti dalle mani,avevano incontrato il pavimento con un semplice tonfo.
    Un dannato tonfo che alle mie orecchie non è mai arrivato,perché cominciò a girarmi la testa.
    Mio fratello non c'era più,e a darmi la notizia era stata una donna,un medico,che non aveva usato la benché minima prudenza nel parlarmi.
    Certamente,mio fratello aveva avuto un peggioramento,l'operazione non era bastata,"non c'è stato niente da fare".
    Avrei voluto lanciarmi addosso a lei e distruggerle il bel viso.
    Ma non poteva capire. Lei non aveva a che fare con noi.
    Noi che eravamo cresciuti da soli,che avevamo perso i nostri genitori ed eravamo rimasti orfani sin dalla tenera età.
    No,non poteva capire.
    Era inimmaginabile.
    Ed io ero sola.
    Ora,ero completamente sola.
    Cercavo di darmi degli slanci,ma forse,in fondo,non avevo il coraggio per lasciarmi andare.
    Chi cerca il suicidio,dovrebbe agire all'istante.
    Se ci pensi a lungo,può solo voler dire una cosa:non lo vuoi davvero.
    Ma non potevo continuare a vivere in quello stato.
    La mia vita era stata un continuo dramma,avevo superato ogni cosa grazie a Luc,mio fratello,ma adesso che non c'era più neanche lui,come avrei fatto?
    Una lacrima amara,quasi ruvida,solcò il mio viso indugiando un attimo sul mento,prima di fare un salto nel vuoto.
    Sotto di me,una New York movimentata.
    Un sabato sera,una strada intasata dal traffico. La vita scorreva,come la scia di fumo che lasciavano alcune auto,come i taxi che lottavano contro il tempo per giungere a destinazione e non farsi scalare dei soldi come debito finale.
    Nessuno laggiù,niente,poteva accorgersi di ciò che stavo provando io.
    Sarebbe bastato un solo passo,un solo distacco,ed ogni cosa sarebbe finita. Finita davvero.
    Dio era stato duro con la mia famiglia,perché non esserlo anche con me? Mi aveva portato via ogni cosa. Ma non me.
    La mia anima era ancora qui e sembrava non volerla ancora con sé.
    Che cosa avevo fatto di male per meritarmi tutto questo?
    Un cigolio e mi feci attenta. Qualcuno era sul pianerottolo del terrazzo.
    - C'è qualcuno? - chiesi,mantenendo il mio sguardo ben attento a osservare il vuoto sotto di me.
    - Vuoi risolvere i problemi in questo modo? Hai ragione. Farei la stessa cosa anche io.
    Una voce familiare,maschile,ma non riuscivo a collegarla ad un viso.
    Ad ogni modo,stava cercando di sviare la mia decisione e la cosa non andava affatto bene.
    Erano solo parole,le sue. Sperava soltanto che non mi buttassi.
    - Molto divertente,davvero. - dissi sorridendo senza girarmi. La gente se ne inventava di tutti i colori per farti cambiare idea.
    - Non è un gioco. Ci ho provato anche io una volta.
    A quel punto mi accigliai. La voce era diventata bassa,roca. Rievocava quasi un brutto periodo passato.
    Provai a girarmi,soltanto con il viso. La figura era accanto a me,sulla sinistra,e teneva le mani in tasca a dei pantaloni marrone chiaro.
    Risalii sul petto,e quasi arrossii. Il fisico era sicuramente eccezionale,non molto muscoloso,anzi,quasi per niente. Ma era al punto giusto.
    Il petto era coperto da una maglietta bianca a maniche corte e al collo portava una collanina d'argento,sottilissima,con un piccolo pendente rotondo che scendeva sullo scollo a V.
    Quando mi soffermai sul suo volto,il mio cuore sobbalzò e cominciarono a tremarmi le gambe.
    Davvero strepitoso. Io stavo per abbandonarmi alla morte e appariva il mio angelo preferito davanti agli occhi,per spingermi a non farlo : Julian Morris.
    Certamente,una situazione assurda che mi avrebbe portata solamente al delirio.
    Scoppiai a ridere,e quasi mi dimenticai che ero in bilico su tre centimetri di suolo.
    Mi acchiappai ancora più forte all'asta.
    - Ti faccio ridere? - mi chiese,serio,mentre guardava il panorama,illuminato dalla luna,di fronte a lui.
    - Sul serio,questa è la peggiore giornata di tutta la mia vita. Ma forse,anche la migliore.
    Dissi. Si voltò verso di me,sollevando un sopracciglio,ed io quasi mi sentii morire all'istante.
    Rimasi imbambolata a fissarlo mentre apriva il suo sorriso verso sinistra.
    Quegli occhi.
    Ok,dovevo distrarmi. Mi rivoltai verso il vuoto e guardai di fronte a me,deglutendo a fatica.
    - Tu ... tu sei ... - cercai di dire il suo nome,ma non riuscii a pronunciarlo. Era davvero imbarazzante.
    - Si,io sono. - mi rispose,facendo una smorfia con le labbra,che mi fece impazzire e palpitare il cuore.
    Socchiusi gli occhi. Non stava davvero capitando a me. Non poteva essere così davvero,forse era solo il frutto della mia immaginazione.
    Doveva esserlo.
    - Che cosa ci fai qui? Chi ti ci ha mandato? - chiesi,quasi aggressiva.
    - Ci lavoro,qui.
    In quel momento fui io a girarmi verso di lui e a guardarlo con un sopracciglio alzato.
    Beh,io ero certamente rimasta a quando il dottore lo faceva solo in una serie tv.
    Forse si stava prendendo gioco di me.
    - Stai scherzando. - affermai.
    - Affatto. Solo che,invece di essere il Dr. Kingston,sono il Dr. Morris.
    Feci una smorfia e mi bagnai le labbra con la lingua,che mi si erano seccate.
    Non me lo sarei mai aspettata,davvero improbabile trovarmi a parlare con il mio idolo solo in punto di morte. Eccezionale. E non avrei potuto neanche raccontarlo,dato che stavo per lanciarmi di sotto.
    - Sai,da piccolo,i miei genitori mi hanno fatto vedere diverse città. Cambiavamo casa e paese almeno una volta all'anno. Io ero stufo di tutto,volevo farmi degli amici,una vita. Non volevo cambiare sempre,non volevo presentarmi al mondo puntualmente ogni dodici mesi. - si appoggiò all'asta con entrambe le braccia,incrociate. - Ma quando sei piccolo non puoi decidere per te stesso e ti adatti. Finché i miei non divorziarono e cominciarono a sballottarmi da uno all'altro. Una settimana con mia madre,una settimana con mio padre. I miei desideri di essere lasciato in pace non venivano ascoltati,così decisi di prendere parola in un modo diverso.
    Rivolse i suoi palmi verso l'alto,incontro alla luce della luna.
    Due cicatrici profonde concludevano il suo discorso senza il bisogno di aprir bocca. Rimasi perplessa. Aveva cercato di tagliarsi le vene solo per farsi ascoltare dai suoi genitori.
    - Ti direi di non farlo,ma non posso. Sono stato il primo ad averci provato. Posso solo dirti che non è la soluzione giusta.
    Deglutii ancora una volta,cercando di mandare giù il groppo che mi si era formato in gola. Un pò per la sua storia,un pò per la mia.
    - Come ti chiami? - mi chiese.
    - Ra ... Rachel ...
    Lui annuì,sorridendo. - Ti direi che è un nome bellissimo,ma non ci faresti caso in questo momento.
    Guardò per terra,poi alzò gli occhi al cielo e un raggio di luna glieli illuminò nel profondo,facendoli brillare.
    La sua pelle era liscia e semplicemente perfetta. Era esattamente ciò che avevo sognato per un intera vita. Ma non riuscivo ad esprimermi.
    - So cosa ti è successo. So quale mondo ti sia crollato addosso. Non posso capire,forse. Non ci sono passato. Ma so che sia una situazione dura.
    - Vorrei soltanto liberarmi da questo dolore.
    Lo vidi spostarsi verso di me e il mio cuore balzò fuori dal petto,mi arrivò quasi in gola fino a soffocarmi.
    Si posizionò dietro di me. Potei sentire il suo caldo respiro a contatto con il mio collo,che mi fece rabbrividire all'istante.
    Con una mano,mi scostò i capelli da un lato e cominciò a parlarmi,sussurrando al mio orecchio.
    - Rachel ... la vita è qualcosa che né tu,né io,possiamo buttare via. Devi accettarla,per quanto sia dura e crudele. Guarda di fronte a te,cosa vedi?
    Aprii gli occhi,magicamente con le sue parole gli avevo chiusi per lasciarmi andare al suono melodico e all'accento sensuale della sua voce.
    - Nulla. - risposi,cruda.
    Julian schioccò la lingua e tornò a parlarmi.
    - Guarda meglio. Io vedo un cielo,nero e coperto dalle nuvole. Non è il nulla. E' il mondo intero. E lo puoi racchiudere nella tua prospettiva. La luna,se la osservi,sembra attaccata in quel mare nero. Non potresti mai spostarla,perché quello è il suo posto. E illumina la vita di tutti noi,ogni sera ha sempre e solo lo stesso compito. Le stelle sono coperte,ma ci sono. Il vento muove gli alberi,li vedi? Devono lasciarsi andare,non possono opporsi. Rachel,ognuno in questa vita ha un compito. Il tuo,adesso,è di sopravvivere.
    Mi accarezzò il viso,spostandolo verso il suo.
    Ci guardammo negli occhi,ma i miei piangevano. Le sue parole erano state così ... meravigliose. Ed erano tutte per me.
    Forse era tutto soltanto un sogno.
    Ma decisi di arrendermi. Cercai di rigirarmi su me stessa e di salire sull'asta,per ricadere sul pianerottolo.
    Julian mi aiutò e mi prese fra le sue braccia.
    Sospirai di sollievo,non appena mi ritrovai a terra. Mi presi il volto fra le mani e cominciai a singhiozzare. Avevo rischiato di morire,lo avevo voluto davvero.
    Ed ora ero stata salvata da un angelo.
    Ma non ero sicura della mia scelta.
    Lui sarebbe andato via,sarebbe svanito.
    Ed io mi sarei ritrovata da sola,per tutta la vita.
    Lievi goccioline cominciarono a posarsi su di me,bagnandomi.
    Lui si accovacciò verso di me e cercò di togliermi le mani dal viso. - Ehi,smettila ... Rachel?
    Non riuscivo,mi vergognavo immensamente di essermi fatta vedere come una bambina che cercava di uccidersi.
    Ma la verità è che non ce l'avrei mai fatta a continuare a vivere senza Luc,e la realtà era lì,immobile,e faceva male.
    Mi prese fra le sue braccia,stringendomi,mentre entrambi eravamo in ginocchio per terra.
    La pioggia cominciò a scendere più forte,si trasformò in un vero e proprio diluvio.
    Io piangevo,tenendomi stretta alla maglietta di Julian e urlando nella notte,mentre lui continuava ad accarezzarmi i capelli e a stingermi su di lui.
    - Shh - mi bisbigliava,ogni tanto.
    Ma il mio era un pianto struggente,non sarebbe finito,sarebbe continuato per il resto dei miei giorni.
    Julian mi scostò da lui e mi puntò i suoi occhi nei miei.
    Lo vidi. Lo vidi davvero.
    Emanava una luce ai miei occhi bellissima. Forse invisibile per gli altri,ma iridescente per me.
    E mi fece sorridere tra le lacrime.
    Era tutto bagnato,era lì per me. I suoi capelli ricadevano fradici sulla fronte.
    E gli donavano un aria dannatamente bella e maledetta.
    Sospirai a lungo,mentre il mio cuore batteva forte.
    - La vita devi prenderla con gli artigli e tenertela stretta ... - mi disse.
    Si avvicinò a me e unì le nostre fronti l'una con l'altra. Mi persi nel suo sguardo.
    Respirai l'odore della sua pelle a contatto con la pioggia. E potei solo sentirmi rinascere.
    Si avvicinò a un soffio dalle mie labbra,dicendomi : - ... Capisci?
    Ora,si sfioravano appena. - Capisci che ... che bisogna saper prendere le occasioni?
    Posò le sue labbra sulle mie e le sue mani sul mio viso. Le fece scivolare fino al collo,poi di nuovo sui capelli.
    - ... capisci,Rachel?
    Annuii e chiusi gli occhi,abbandonandomi a quella terribile morte piacevole.
    - Bene ... perché io,credimi,ne sto appena prendendo in mano una,di occasione.
    Mi baciò. L'acqua cadeva su di noi,sulle nostre labbra,sulle nostre mani.
    Ma nulla importava,nulla aveva senso.
    Che cosa me ne facevo di una vita semplice,se non potevo provare certe bellissime emozioni?
    Mi lasciai cullare dal momento,dimenticandomi di tutto il dolore.
    Per quello,ci sarebbe stato il momento adatto.
    Julian mi fece distendere per terra e lui si posò su di me,facendomi sentire tutto il calore del suo corpo.
    Rabbrividii a quel contatto e mi sentii morire,a poco a poco.
    La sua collanina pendeva di fronte ai miei occhi,che non riuscivano a vederla,perché persi nella bellezza del suo viso.
    - ... sei pronta a morire a modo mio? - mi sussurrò,con voce calda e sensuale.
    Ed io mi persi fra quelle parole,respirando a fatica e sorridendo con il cuore,mentre mi scoppiava nel petto.


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    Ok,sono diventata un rogo vivente o.ò *ç*
     
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  2. «SweetHeart~
     
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    La mia faccia è cosi: *_________*
    Amor quando scrivi mi entri nel cuore <3 Le tue parole sono perfette ed esprimi tutto ciò che devi, sei eccezionale <3
    Poi vabbè è una storia bellissima, veramente bellissima *.* Julian ti fa un effetto unico *O* La amo questa oneshot <3
     
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    Uuuuuh mi viene da piangere solo a sapere che ti piace come scrivo <3
    Sono contenta.
    Eh si,mi fa un effetto memorabile xD sarà che a immaginarmi lui....eh,si fa fatica a non immaginare certe cose <3
     
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  4. «SweetHeart~
     
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    Ecco perchè non vedo l'ora di tu sai cosa *_* AMO COME SCRIVI *_* Potrei urlarlo al mondo affacciandomi dalla finestra u.ù xD
    Come ti capisco *_* Anche a me fa quell'effetto Jos u.u
     
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    Ma sai,sarei tentata di dirti di farlo e filmarti xD
    Scherzo ù.u
    Aaaaaaaah quanto mi fai felice quando mi dici queste cose *O* <3 ti adoro <3
     
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4 replies since 18/10/2012, 15:11   76 views
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